giovedì 27 giugno 2013

fabrizio bosso quartet – il sorpasso in jazz – arese, 26 giugno 2013

fabrizio bosso è stimato come uno dei più importanti trombettisti jazz a livello mondiale. con il suo quartetto rilegge, per questa intrigante produzione "il ritmo delle città", le musiche de il sorpasso, considerato il capolavoro di dino risi. il lungometraggio, distribuito nelle sale nel 1962, con all’attivo un cast di attori del calibro di vittorio gassman, jean louis trintignant e catherine spaak, è uno degli affreschi maggiormente rappresentativi dell’Italia degli anni ’60, quella del miracolo economico. nell’occasione, gassman vinse il nastro d’argento e il david di donatello come miglior attore protagonista.
il progetto, nato nel 2011, è stato “messo in scena” per la prima volta al politecnico di milano, successivamente replicato a napoli e roma, per poi essere richiesto anche nei festival jazz di norvegia, finlandia, estonia e svezia. io ero presente alla prima, ed ho con piacere replicato nella splendida cornice di villa ricotti la valera di arese, per la manifestazione la valera in jazz 2013, all’interno del circuito il ritmo delle città. in questa occasione, nella postazione che preferisco, la prima fila, che mi fa sentire "nel cuore" del concerto, mi ritrovo a godere la performance assolutamente maiuscola dei musicisti. sullo schermo, alle spalle dei quattro, scorrono le immagini, che, seppur ridotte a circa un’ora, presentano tutti i momenti chiave della pellicola: si parte dalla scena iniziale in cui, in una roma semideserta la mattina di ferragosto, bruno cortona (gassman), quarantenne nullafacente e cialtrone, vagando con la sua lancia aurelia b24 in cerca di un tabaccaio aperto e di un telefono, trova nell’incontro casuale con roberto mariani (trintignant), il compagno di viaggio che sarà il pretesto per far decollare il racconto. si prosegue poi con le scene che rappresentano appieno la società di quegli anni, sempre alternate a momenti di viaggio e soprattutto di sorpassi. si conclude con il tragico epilogo dello schianto finale in cui l’attore francese avrà la peggio. 
il quartetto si è destreggiato magistralmente tra le musiche originali di riz ortolani ed i successi pop di quegli anni (da notare che il sorpasso fu il primo film ad utilizzare nella colonna sonora brani già famosi). 
si riconoscono, in originali arrangiamenti jazz, quando quando quando (portata al successo da tony renis), guarda come dondolo e pinne fucile ed occhiali (edoardo vianello), saint tropez twist (peppino di capri) e chega de saudade (tom jobim).
fabrizio bosso ha suonato seduto per quasi tutta la serata, come a non voler disturbare, con la sua figura, le immagini che, intanto, scorrevano alle sue spalle. si è alzato in piedi solo dopo i titoli di coda e per i bis. i suoi brucianti assoli hanno sottolineato gli scatti alla guida di gassman, i sorpassi e le manovre audaci: quando la spider è sfrecciata sulla scena cinematrografica, la tromba di bosso non è stata da meno, quasi ritrovandosi ad ingaggiare una gara all’ultima curva, tra lo strumento e la vettura.
di altissimo livello anche l’apporto degli altri musicisti: la tensione scenica è stata ottimamente sostenuta dal piano di luca mannutza, le parti più concitate sottolineate dal preciso drumming di lorenzo tucci e dal contrabbasso sincopato di luca bulgarelli.
50 anni fa veniva presentato al pubblico un affresco dell’Italia, diventato manifesto di quel periodo storico, oggi lo abbiamo rivisitato in uno splendido concerto. integrando le immagini drammatiche e spensierate con incantevoli arrangiamenti jazz, un quartetto di rilevante caratura internazionale ha arricchito di contenuti la storica colonna sonora. il pubblico ha potuto così rituffarsi in quelle atmosfere in un modo del tutto inedito, ricevendo allo stesso tempo lo stimolo per essere in grado di sognare una nuova rinascita.
allo scorrere dei titoli di coda i presenti, quasi ipnotizzati fino a quel momento, si sono sciolti in una vera standing ovation che, naturalmente, ha riportato i musicisti sul palco, per l’esecuzione di una coppia di superclassici da brividi: intensa partenza con estate, il brano senza tempo di bruno martino che, nonostante sia stato presentato in centinaia di versioni, riesce sempre a coinvolgermi al punto da farmi assaporare, ad occhi chiusi, ogni singola nota. la conclusione è stata affidata ad una trascinante but not for me eseguita a velocità supersonica, quasi a ricordarci le sgommate dell’aurelia protagonista della serata.
quando si sono accese le luci i musicisti hanno sfilato, ancora una volta, tra copiosi applausi. incrociando gli sguardi soddisfatti ed ancora stupiti dei vicini di sedia, anche a me è spuntato un sorriso, compiaciuto. ho sentito che, un’inesauribile "fame di emozioni", ancora una volta, mi ha spinto a scegliere un evento “giusto” per originalità e qualità dei contenuti.

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