lunedì 22 aprile 2013

il sindaco (quasi mono records/picicca dischi, 2013)

ogni giorno mi rendo conto sempre di più che restare seduto ad un pc ascoltando dischi in formato mp3, streaming lo-fi e diavolerie analoghe, magari attraverso casse da 10 euro, è una vera follia, praticamente la morte della musica. ho iniziato ad ascoltare il sindaco in questo modo e l’avrei archiviato, insieme ad altre decine di proposte musicali se la curiosità ed il destino non mi avessero fatto imbattere nel suo cd. inserito nel lettore, il suono è completamente diverso. intendiamoci, non sto annunciando il capolavoro assoluto nella storia della musica moderna, ma un onesto, piacevole, a tratti brillante, lavoro di artigianato musicale.
dietro il sindaco c’è fabio dondelli, bresciano, voce e anima degli annie hall, stimata band indie-folk con la quale ha pubblicato tre dischi. evidentemente, però, scrivere e cantare in inglese gli andava stretto, così ha deciso di uscire allo scoperto, confezionando un album lieve, da sfogliare come un diario trovato in soffitta, in cui la malinconia risulta addolcita. l’autore ci coinvolge nel suo quotidiano raccontando storie semplici, nate nei primi nove mesi di vita di sua figlia nina.
è un disco che dondelli ha scritto interamente da solo e prodotto con l’aiuto di lorenzo caperchi. lo ha registrato ospitando membri degli annie hall e dei le man avec les lunettes, giorgia poli (ex scisma), giovanni ferrario e gabriele ponticiello. oltre al pop rock anglofono e i folk singer americani, il sindaco è cresciuto ascoltando i cantautori italiani e si sente. il suo è un pop d’autore intimista ed ironico, che, tra ricordi ed interrogativi sul domani, trasmette emozioni da porta accanto e serenità d’altri tempi. la cura per le melodie è innegabile, le liriche convincono, soprattutto quando affronta temi personali.
tra gli episodi migliori sicuramente cose di casa (poi ricordi che cosa dicevano di noi due, credevano che saremmo durati un’estate, chi glielo va a dire adesso siamo diventati tre…), che ci regala echi beatlesiani e la ballata nostalgica la vigilia di santa lucia in cui, con delicatezza, ritornano i ricordi d’infanzia, di quello che lui stesso definisce “il giorno più generoso dell’anno”. struggente ed emozionante il pianoforte di adieu in cui fabio, tra le righe, ci fa intuire le sensazioni provate al momento in cui ha scoperto che sarebbe diventato padre. accattivante l’atmosfera folk in la canzone del sindaco, con l’armonica in bella evidenza e numerosi richiami a brescia. 

si sente che il sindaco è molto legato alla sua città, dove ha scritto e registrato tutti i brani, avvalendosi di musicisti-amici locali. lo si percepisce, ancora una volta chiaramente, anche ne la vita in centro, brano in cui troviamo con piacere il violoncello di daniela savoldi, e in aldo, delizioso quadretto acustico che racconta la storia di un noto personaggio locale che ha lottato per fare della musica la sua vita. il disco si chiude con italian tour, una specie di controinno alle elezioni, sottolineato dalle sonorità soft rock delle chitarre di ferrario.
in definitiva il lavoro si compone di una manciata di acquarelli che l’autore tratteggia con dolce leggerezza. una proposta musicale da cui il sindaco esce sicuramente con onore, pur lasciando spazio a margini di miglioramento. in fondo fabio dondelli è un uomo semplice: la sua ambizione è quella di diventare un novello peppone e governare un piccolo paese di 200 anime, in cui tutti lo riconoscano e lo trattino con benevolenza. alla luce di quanto ascoltato, non ci resta, quindi, che rinnovargli il mandato con fiducia…



recensione scritta per mescalina

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