sabato 4 gennaio 2014

il cinema beltrade, un'oasi per la settima arte a milano...

il cinema mi appassiona da sempre, insieme alla magia che si sprigiona in ogni occasione che mi ritrovo nel buio di una sala a condividere emozioni, il più delle volte con perfetti sconosciuti. spesso, negli ultimi tempi, di fronte ad un universo sempre più tecnologico, fatto di prenotazioni automatiche, pellicole in digitale e 3d, posti rigorosamente numerati, mi sono chiesto se fosse ancora possibile trovare uno spazio in cui rivivere a “misura d’uomo” tutta l’arte e la poesia insita nei film. lo scorso 31 dicembre, alla ricerca di un modo “alternativo” di trascorrere le ultime ore del 2013, vagliando le proposte cinematografiche milanesi e guidato da un paio di splendidi film di cui vi parlerò presto, ho scoperto che questo luogo esiste: è il cinema beltrade, in via nino oxilia 10. 
si tratta di una piccola sala “parrocchiale”, che esiste da decenni, in una strada intitolata ad uno dei più importanti registi degli anni dieci del secolo scorso. proseguimento di via soperga, dove un tempo si concentravano tutte o quasi le case di distribuzione, nonché molte delle aziende che fornivano beni e servizi per il cinema. forse anche grazie a questa sua posizione “strategica”, per alcuni anni, è stato anche sala della cineteca italiana. situato a lato dell’omonima chiesa di santa maria, basta varcare una porta e tre gradini per immergersi in un mondo in cui dal primo sguardo si respira un amore ancora “genuino” per la cultura e, in particolare, per il cinema al cinema. a partire dalle locandine appese ai muri, visibilmente stampate in proprio, alla scatola in cui è possibile depositare commenti, suggerimenti, suggestioni, all’accoglienza cordiale della cassiera che, con naturalezza, invita da subito il pubblico ad interagire, lasciando un recapito e-mail. esiste addirittura la possibilità di chiedere nuovamente la visione di un film, che verrà riproiettato qualora gli interessati raggiungano un piccolo numero (una ventina di persone sono già sufficienti). 
sono stati in primis don marco e don andrea, con determinazione ed energia, a curare negli anni la sala in ogni dettaglio, permettendole così di rimanere aperta. si sono via via aggiunti volontari, nonché appartenenti ad associazioni culturali e cinefile quali barz and hippo, la scheggia e cecinepas
insieme a distributori e registi indipendenti, sono tutti accomunati dallo stesso intento: sorprendere lo spettatore per la qualità e spesso la rarità dei film presentati, in multiprogrammazione giornaliera e, se possibile, parlanti con la loro “vera voce”, sottotitolata in italiano. voce che, per quanto riguarda le varie proiezioni, è affidata a cinebrillo, foglio informativo stampato con periodicità variabile. un nome scelto non a caso: se, infatti, da una parte rimanda al fatto che spesso, assistendo ad uno spettacolo, rimaniamo inebriati dalle emozioni che ci regala, dall’altra è un chiaro riferimento alla spugnetta abrasiva per stoviglie resa famosa in tutto il mondo dal cineasta e artista sperimentale andy warhol. di fronte all’approccio dominante con cui un film viene considerato “usa e getta”, pompato da trailers e anticipazioni che ci bombardano attraverso tutti i media, il beltrade, con coraggio e determinazione, si pone come un progetto culturale “abrasivo” di un’arte ingessata in schemi che rispondono principalmente alle logiche del profitto. qui ci si “prende cura” dei film presentati (che anche nel 2014 potranno ancora essere visti con pellicole a 35 e 16 mm), nella convinzione che il cinema sia un’imperdibile occasione per condividere approfondimenti e riflessioni sui più svariati aspetti della vita.
potrebbe sembrare una “sfida impossibile”, ma mi rivedo a fine serata… stesso sguardo soddisfatto e sereno degli altri spettatori, con un sorriso sincero che mi accompagna nel brindisi al nuovo anno, condiviso sorseggiando con lentezza un bicchiere di vino, gustando una fetta di panettone o un piatto di lenticchie. piccole cose che però fanno la differenza e fotografano come gesti genuini possano ricreare una socialità reale, ben lontana da quella “finta” e virtuale tanto cara a zuckemberg & co. insomma al cinema beltrade ho scoperto un’oasi di autenticità, un luogo che sembra uscito da un film in bianco e nero. solo in apparenza fuori dal tempo, arricchisce di sensazioni in parte perdute i nostri giorni che spesso scorrono troppo veloci. è uno spazio in cui succedono sempre cose “speciali”, per chi sa fermarsi ad apprezzare le emozioni semplici e vere che scaturiscono dall’arte proposta attraverso il grande schermo. nelle prime ore del nuovo anno, mentre accompagnato dal frastuono dei botti e festeggiamenti uscivo dal cinema, pensavo alle parole del poeta milanese vincenzo costantino “cinaski”, parole che fotografano un’idea che si può sicuramente applicare a questa sala: niente è grande come le piccole cose!
niente è grande come le piccole cose
mentre spremi un'arancia, la lavatrice canta
e l'acqua della doccia ti riscalda i pensieri
la vita si offre attraverso uno schermo di persuasione
e mentre c'e chi guarda il sole aspettando la luna
c'è chi si guarda intorno aspettando un segnale
basterebbe guardarsi dentro
e intristirsi per il continuo bisogno di eroi
da quando ci impediscono di bere, di fumare
e ci istruiscono sull'alimentazione sana
seguono i nostri passi, le nostre conversazioni
per paura che ci facciamo male
è lecito domandarsi se ci sia vita su marte.
quando chiudiamo la porta,
che noi si sia dentro o fuori,
ricordiamoci che niente è grande come le piccole cose
e che quando incontriamo qualcuno
che ci sembra non sappia quello che dica
in realtà sta semplicemente dicendo
quello che sa

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