sabato 28 dicembre 2013

jirō taniguchi - furari, sulle orme del vento (rizzoli lizard, 2012)

da sempre la lettura è una fedele compagna che mi permette di entrare in relazione profonda sia con me stesso che con il mondo che mi circonda, consentendomi di ampliare gli orizzonti cognitivi ed emotivi. per quanto riguarda in particolare il genere dei fumetti, mi appassionava da ragazzo ma me ne sono allontanato gradualmente nel passaggio all’età adulta. questo fino al momento del casuale e folgorante incontro con l’universo delle graphic novels, ed in particolare con jirō taniguchi
appassionato di manga (termine generico giapponese che identifica i fumetti), fin da bambino ne ha letto e studiato le versioni europee. in particolare dalle bandes dessinées francesi ha appreso che i disegni sono fondamentali per permettere al lettore di provare quell'affinità che "renda sua" fino in fondo l'essenza della storia. ha acquisito così uno stile grafico minimale, realista, dal tratto chiaro, leggero, universale, che lo distingue dagli schemi tipici delle creazioni nipponiche. per la sua elevata produttività (30-40 tavole al mese), lo si può definire un "operaio" del fumetto. spazia fra i generi più diversi, dal romanzo storico, a quello intimista a quello d'avventura, fondendo testi e disegni con vena poetica e riflessiva. protagonisti sono quasi sempre i buoni sentimenti, rappresentati con immagini pure che riscaldano il cuore. nel corso della sua carriera vince numerosi premi, tra cui l’osamu tezuka culture award (1998), l’alph’art al festival del fumetto di angoulême e, nel 2010, il riconoscimento come “maestro del fumetto” nell’ambito del lucca comics and games.
oggi, in particolare, vi voglo segnalare il libro furari - sulle orme del vento
lo scritto riprende il tema del viaggio, del “vagare senza meta”, come indica la traduzione letterale del titolo. un uomo cammina, in balia del vento, verso l’antica città di edo, la moderna tokyo. la storia si ispira alla figura di tadataka ino, famoso topografo e cartografo che tra il xviii e il xix secolo mappò per la prima volta il giappone con tecniche di misurazione moderne.
protagonista è una figura maschile che, curiosa di tutto, si sofferma a godere l’infinita bellezza di ciò che lo circonda. il suo scopo finale è di calcolare la misura di un grado di latitudine. con passo lento e regolare, si immerge beato in passeggiate infinite, il suo sguardo si fonde con quello degli animali che vede durante il suo percorso, immaginando così di essere ora formica, elefante, libellula, gatto, riuscendo persino a percepire, con un semplice abbraccio, la solitudine di un albero secolare.
un viaggio che diventa un dolce pretesto per tramandare il paesaggio giapponese alle nuove generazioni, attraverso i versi struggenti degli haiku. componimenti semplici, senza alcun titolo, particolarmente concisi (solo diciassette sillabe in totale) descrivono la natura nelle diverse stagioni, arricchendola di particolari suggestioni emotive. non è così immediato per un occidentale riuscire ad immedesimarsi nella prospettiva di vita del protagonista, ma per chi è “curioso” e pronto a contaminarsi con altre culture e tradizioni, la lettura di questa graphic novel è davvero un’esperienza “spirituale” che vale la pena di essere vissuta… 

“mi chiedo se non sia finalmente arrivato il momento in cui è necessario fermarsi per osservare bene ciò che ci circonda. camminare è il movimento più importante per l'essere umano. siamo liberi di decidere il ritmo dei nostri passi, e di percepire tutto ciò che vediamo nella sua più intima verità..."

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