giovedì 28 marzo 2013

paolo preite - i wanna hold your hands (2013)

paolo preite è un giovane cantautore della provincia romana, che compone da quando aveva 15 anni. la sua lingua prediletta è l'inglese, anche se paolo afferma che la lingua è solo una forma, l'importante rimane ciò che si vuole trasmettere, la sostanza, non l'apparenza.
la sua musica è un pop di gran classe, con una certa impronta folk e rock, ma ha soprattutto un segno originale, che è probabilmente frutto dei suoi ascolti, dal soul di al green ai classici del rock come pink floyd, rolling stones, the who, jimi hendrix, bruce springsteen, fino ai cantautori italiani come battisti, celentano e rino gaetano. uno stile che, certo, ha inglobato in sé un immenso repertorio culturale, ma che alla fine esce come qualcosa di nuovo, influenzato da tutto e da niente. è una musica intensa, emotiva, spontanea, sotto certi aspetti mistica, sempre capace di entrare facilmente in empatia con chi la ascolta.
tra non molto pubblicherà il suo primo album, don't stop dreaming prodotto da
fernando saunders, storico bassista, cantante e produttore di detroit, noto per la lunga collaborazione con lou reed (ha lavorato anche con jeff beck, jimmy page, eric clapton e molti altri), e vedrà la partecipazione di kenny aronoff, uno dei più richiesti batteristi mondiali, che ha suonato con tantissimi artisti (tra gli altri bob dylan, john fogerty, joe satriani, sting…). si tratta di un trampolino di lancio importantissimo per preite, che vede così appagati i suoi sogni, il suo talento e il suo grande impegno. i due grandi musicisti citati sono anche nel video di i wanna hold your hands, brano che anticipa l’album e il cui testo spazia dal sogno di preite di diventare un songwriter, ad argomenti quali i diritti umani, la libertà, la fratellanza,la politica, la primavera araba.
“quando la musica diventa per una persona come respirare, non ne puoi più fare a meno, non è più questione di avere dei dubbi su cosa fare di diverso o dove essa ti può portare, diventa una necessità” (paolo preite)


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