venerdì 15 marzo 2013

marcilo agro e il duo maravilha in quadreria, novara, 9 marzo 2013


marcilo agro e il duo maravilha, per il sottoscritto, sono praticamente un fenomeno di culto. dal 2005 ad oggi hanno pubblicato 3 dischi, ma è grazie alle esibizioni live, diradate sempre più nel corso degli anni, che ho avuto modo di apprezzare fino in fondo questi artisti semplici ma profondi.
la band novarese non ha mai particolarmente ecceduto con i concerti (pur vantando anche una prestigiosa apertura per gli oasis all’alcatraz di milano). il fatto, poi, che uno dei fondatori (marcilo) recentemente, abbia trascorso un lungo periodo in australia, di certo ha creato qualche ostacolo allo sviluppo della loro attività.
ma marcilo ha “ripreso la via di casa” e il gruppo non può che festeggiare tornando ad esibirsi dal vivo per la prima volta, dopo tre anni. lo fa in una location atipica, la galleria (o quadreria, come è scritto sull’evento facebook) basexaltezza di novara. lo spazio è di piccole dimensioni ed il folto pubblico occupa anche parte dell'area esterna antistante. tanti gli amici, emozionati e contenti, che li vogliono abbracciare e che si zittiscono non appena parte il primo accordo di chitarra. 

che sia una serata davvero speciale lo si capisce immediatamente: per i primi sei brani la formazione comprende il nucleo storico joao e marcilo, oltre a lucio, che aveva lasciato il gruppo dopo il secondo disco. tutto il concerto sarà particolare: lucio si avvicenderà con antipa lasciandoci sperare che, in futuro, si possa avere una band allargata a tutti e 4 gli elementi. 
la magia si diffonde immediatamente, grazie ad alcuni dei loro piccoli, indimenticabili gioielli acustici: un sorriso da indossare, zanzara, ma in silenzio, arpa birmana, scorrono in un’atmosfera sospesa tra sogno e nirvana, nel silenzio generale. le delicate armonizzazioni vocali e le dolci note che escono dalle chitarre si intersecano e fondono avvolgendo il pubblico che, sorridente, rimane immobile, con la sola forza di applaudire. ma arriva il momento di antipa, con le sue trovate, le sue smorfie e la sua voce tenorile.
la performance parte appunto “a pieni polmoni” con la cover del classico portato al successo da ferruccio tagliavini voglio vivere così (dal film omonimo del 1941) e prosegue con lo spot che diventa quasi un’elegia funebre per il sito marciloagro.com (che non c’è più). a questo punto incuriosisce il pubblico distribuendo dei fogli, che una volta dispiegati, si rivelano essere il testo di a fra dolcin, tratto dalla divina commedia, inferno canto XXVIII, di dante. 

le emozioni, sottili ma contagiose, si susseguono: si passa da bagnino, che fa tornare alla mente il geniale video diretto da maccio capatonda, alla bellissima cover di it’s a sin dei pet shop boys in chiave maravilha, fino alla liberatoria “ed ora andate”, nella quale antipa cerca di salire più in alto possibile, forse per rendere al meglio la leggerezza con cui è stato affrontato l’invito in questione. certamente questo è il momento di massimo divertimento. c’è spazio anche per nuovi brani che fanno ben sperare per il futuro del gruppo (le mie gambe, sullo sfondo, sicuramente facile) e per la cover di sweet child of mine dei guns’n’roses, naturalmente sempre in modalità acustica chitarre e voci. 
il set terminerebbe qui, ma, naturalmente, il pubblico ne approfitta, chiedendo di risentire ancora una volta qualche classico: quindi, nel piacere generale, si ripetono “zanzara” e “un sorriso da indossare”.
tutto finisce tra sorrisi e complimenti che io sento sinceri fino in fondo. mi guardo intorno, vedo visi sereni, ed immagino che ognuno, in cuor suo, speri la stessa cosa: che la magia si ripeta presto, perché sempre tanto è il bisogno di stare bene e di condividere emozioni positive. marcilo agro e il duo maravilha, riescono a stupire e a conquistare con l’arma della semplicità. voci che vengono dritte dal cuore e che grazie al solo aiuto delle chitarre, ai cuori, in punta di piedi, provano a tornare. 

lì arrivano e si posano leggere, per tutti coloro che, prendendosi una pausa, controtempo rispetto al vivere quotidiano, si mettono, con accoglienza, in ascolto.




[grazie a emiliana biondi per le foto]

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