sabato 22 settembre 2012

murakami haruki - kafka sulla spiaggia (einaudi, 2008)

"qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. per evitarlo cambi l'andatura. e il vento cambia andatura, per seguirti meglio. tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra col dio della morte prima dell'alba. perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te, è qualcosa che hai dentro. quel vento sei tu. perciò l'unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia. attraversarlo, un passo dopo l'altro. non troverai sole nè luna, nessuna direzione, e forse nemmeno il tempo. soltanto una sabbia bianca, finissima, come fosse fatta di ossa polverizzate, che danza in alto nel cielo. e naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta di sabbia, è una tempesta metafisica e simbolica. Ma per quanto metafisica e simbolica, lacera la carne come mille rasoi. poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. ma su un punto non c'è dubbio. ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato. sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia."

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